Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 29 Dicembre 2021

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Dopo la presentazione del salvatore ai pastori ecco quella ufficiale, secondo la legge, al tempio del Signore. In questa scena contempliamo la venuta dell’atteso di Israele. Egli, che secondo le profezie era atteso come il fuoco del fonditore e la liscivia dei lavandai, ci viene qui presentato con la tenerezza e l’umiltà di un bambino in fasce.

Il nome di Gesù risuona nel tempio di Gerusalemme e finalmente il volto di Dio, tanto mendicato nella storia di Israele, è visto! Dio si lascia chiamare per nome, con la stessa trepidazione di chi genitore attende di vedere il proprio bambino e chiamarlo per la prima volta. Quanta dolcezza, quanta tenerezza! 

In Simeone Gesù viene accolto, la sua voce è la voce di colui che finalmente ama perché amato, grido della sposa che va incontro al suo sposo. Dio è chiamato per nome e in Gesù riconosciuto come “colui che salva”. 

È cosi allora che al giungere della notte si può schiudere il canto di Simeone. Ogni creatura, con il dono dello Spirito Santo, può chiudere gli occhi nella pace di chi è salvato nella promessa di Dio. Dio è amore, l’Emmanuele che tutto ama e perdona. 

Maria Buiatti Luca Baccolini


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato