Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 28 Giugno 2019 – Lc 15, 3-7

Oggi veniamo messi in guardia dalla sottile tentazione di applicare a Dio logiche che non gli appartengono, logiche umane, anche se di buon senso. Logiche che soppesano sempre rischi e benefici per poter decidere.

Invece tu Gesù, Buon Pastore, ragioni e vivi diversamente. Metti da parte i calcoli per scendere a cercare la pecora smarrita. E non c’è lontananza, peccato o solitudine che la tua corsa non possa coprire.

E così anche la distanza infinita che separa le novantanove stelle del cielo di Sant’Apollinare in Classe, le novantanove pecore, dalla centesima che siamo noi osservatori smarriti del mosaico, è stata colmata dal tuo amore.

Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15, 3-7

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:

«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?

Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.

Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

Parola del Signore.

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