Non possiamo sapere che cosa abbia pensato o quali siano stati i sentimenti di Gesù in preghiera, però possiamo pensare che abbiano avuto a che fare con la domanda che ha fatto ai discepoli: «Chi sono io?». Gesù si interroga sulla sua identità e su cosa fare della sua vita.
Anche le folle che lo seguono si fanno un’idea di chi sia Gesù: lo vedono come un profeta – ed è molto bello che lo riconoscano come tale, perché in fondo chiamarlo profeta vuol dire vedere in lui intimità con il Padre. L’altra faccia della medaglia, però, è che guardando Gesù non vedono altro che la ripetizione di qualcosa che già è stato. In questo modo, il presente e il futuro non sono che il ripresentarsi del passato.
Gesù invece si presenta come una novità radicale, inattesa perché è impossibile prevederla. La sua vita entra nella storia umana e le dà una direzione nuova. Ci fa scendere dalla ruota per criceti che rischia di essere questa nostra vita in cui corriamo come matti, ci fa fermare per mostrarci che c’è altro, fuori dalla gabbietta.
E perché allora tutta questa sofferenza e rifiuto nella vita di Gesù, se viene a portare vita? Perché, per quanto chiediamo di vivere una vita piena, in realtà ci sarà una parte di noi che preferirà una noiosa – ma tranquilla – vita ripetitiva a una nuova in terre inesplorate, dove ogni passo è da inventare. Quella parte farà di tutto per eliminare questo Dio della novità.
Leonardo Vezzani SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9, 18-22
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Parola del Signore