Ci sono dei momenti in cui sentiamo veramente che Gesù ci sta chiamando a “passare all’altra riva” con lui; momenti, magari quelli in cui ci sentiamo più consolati, in cui le parole del Vangelo ci risuonano dentro e capiamo che sono rivolte proprio a noi. In quei momenti sentiamo tutta la radicalità della sua chiamata, che non usa mezzi termini o si accontenta di decisioni a metà, ma ci invita a lasciare tutto, abbandonare tutto.
È proprio lì che i nostri dubbi e le nostre paure diventano più evidenti. È facile che iniziamo a tentennare e a pensare a tutte le altre cose che ci tengono legati, al fatto che in fondo, forse, ancora non siamo pronti a rinunciare a qualcosa.
Gesù ci mette in guardia con le sue parole, non lascia che l’entusiasmo del momento ci travolga, così ci chiede di compiere un gesto all’apparenza facile ma che in realtà non è per niente scontato: abbandonarci a lui.
Spogliarci dei nostri attaccamenti, delle nostre paure, delle nostre false sicurezze ed arrivare alla nostra più vera identità, quella più profonda. Allora questa chiamata appare un po’ più chiara: non si tratta di rinunciare a qualcosa di quello che siamo ma di abbandonare tutto ciò che è lontano da quello che siamo.
Pietre Vive (Roma)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato