Oggi veniamo accompagnati davanti a quello che succede dopo uno dei grandi successi del ministero di Gesù, il cosiddetto miracolo della “moltiplicazione dei pani”. Molti hanno iniziato a seguirlo proprio dopo questo evento, ma i nuovi discepoli ci vengono presentati come quelli che «avevano mangiato il pane»: in gioco non c’è soltanto il miracolo, quanto piuttosto il fatto che se si sta con lui si mangia!
E quando Gesù si allontana per prendere un momento per sé, tutti corrono qua e là a cercarlo, come quando si perde il portafogli. «Quando sei venuto qua?» sembra una domanda innocente, quasi premurosa… ma in realtà cela il bisogno del controllo, la preoccupazione di non farsi scappare di mano un Gesù che deve rispondere alle mie esigenze. Cela un bisogno fortissimo in tutti noi: che Gesù non ci scappi dalle mani, che colmi le nostre necessità e che risponda alle nostre domande.
Anche in questo tempo difficile a causa dell’isolamento cerchiamo risposte alle nostre domande sul senso di quello che stiamo vivendo, e rimaniamo delusi se la Chiesa non è capace di rispondere.
Gesù ha una risposta, che forse non è quella che speriamo: credere in lui. Fidarci di quello che fa è un primo passo, dopo però bisogna imparare a credere nella persona.
Come per una coppia di fidanzati: all’inizio posso innamorarmi di un modo di fare, del carattere, della fisicità di chi ho davanti, ma poi devo accogliere tutta la persona. Lo stesso con Gesù: dal fascino di ciò che fa devo passare all’amore verso chi è. Bello che faccia i miracoli, certo: ma quando incontro davvero il Signore, i miracoli diventano un particolare in secondo piano.
C’è lui davanti a me, e questo basta.
Leonardo Vezzani SJ