La reazione più immediata che può venire davanti a queste parole è quella dell’ansia. Sembra quasi che lo sposo – il Signore – passi a sorpresa, forse addirittura cercando di prenderci alla sprovvista. Una lettura più attenta ci mostra ben altro.
Questa parabola non porta l’attenzione al “quando” il Signore verrà, quanto piuttosto sul “come” dobbiamo vivere l’attesa, un’attesa in cui costruiamo già un rapporto personale con il Signore, ed è la nostra stessa vita. Ci aiuta a capire come si costruisce la relazione. Come sono nate e sono maturate le relazioni importanti della nostra vita? Da un incontro in cui siamo rimasti colpiti da qualcuno, a cui ne sono seguiti altri. Alcuni particolarmente belli, la maggior parte invece semplici eppure importanti.
La relazione è stata modellata poco a poco da me e dall’altro, un po’ come un pittore dipinge un quadro: senza fretta, sapendo che ogni minima pennellata è fondamentale in vista di un tutto, lasciandosi portare dal desiderio di costruire qualcosa di bello. Tanti gesti che sono tanti piccoli vasi, di dimensioni ridotte eppure tutti importanti.
Con il Signore non è diverso. Non sono i lunghi ritiri con i super predicatori che nutrono la mia fede, se non ci sono i piccoli momenti personali, anzi: a volte la carica emotiva delle belle omelie mi fa sentire un fervore che non ha sostanza. Sono i piccoli vasi che fanno di me una persona di fede. Sono i dieci minuti di preghiera al giorno che riesco a fare che danno corpo al rapporto che ho con il Signore. Anche non sono sempre fedele all’impegno, anche se li vivo con distrazione, anche se a volte sono aridi rimane il fatto che quei dieci minuti sono spesi per stare con Lui. Per far maturare la mia preghiera ci sarà poi tempo.
In questa ottica si capisce perché lo sposo rimproveri le ritardatarie in questo modo strano. Perché non dir loro «siete in ritardo, peggio per voi»? Perché il punto non è punirle. Rispondendo che non le conosce dice che al cuore del nostro rapporto c’è il bisogno che abbiamo noi e Lui di conoscerci. Conoscere il Signore: la salvezza è tutta lì.
Leonardo Vezzani SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato