Arriva il momento in cui si insinuano la paura e il dubbio di quanto davvero ne valga la pena intraprendere e portare avanti un cammino di consapevolezza e di fede: quando più si cerca di essere al passo con se stessi e con gli altri, più ci si imbatte in una giustizia violentata, in una equità sbilanciata e in una sostenibilità soffocata.
La fatica di seguire nella folla delle esperienze, delle storie, delle posizioni, un Dio che “tra-passa” porta inevitabilmente all’impressione che la salvezza sia davvero per pochi, che alla fine si soccombe.
Quelle di Gesù suonano allora come parole che assecondano un realismo rassegnato, eppure sono gravide ancora una volta di novità: è una questione di apertura e di chiusura, di direzione e non di provenienza, di consapevolezza e non di primato; la salvezza, il regno di Dio, il suo cuore, il suo Spirito è dentro di noi e dentro le cose; siamo invitati ad accogliere il presente come tempo opportuno donato per accogliere con misericordia ciò che siamo e per accogliere con misericordia ciò che ci è stato mandato, nella certezza fiduciosa di essere accolti noi stessi con misericordia nella luce.
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Mounira Abdelhamid Serra
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato