Guardatevi. Ci si potrebbe fermare anche solo su questo semplice verbo per cercare di leggere il nostro quotidiano da una prospettiva un po’ più vicina allo stile del Maestro. Inevitabilmente il guardare rimanda ad una dimensione esteriore, che coinvolge i vari oggetti del nostro sguardo; eppure tale dimensione, di per sé legittima, risulterebbe incompleta se volessimo arricchire lo stesso verbo di un significato più profondo e indicare un guardare con uno sguardo interiore.
Attraverso le immagini del falso profeta, dell’albero e dei frutti, Gesù ci invita a curare l’interiorità anziché fermarci alle apparenze: è un rischio che corriamo continuamente… In effetti, quello che rende falso un profeta non è il suo modo di presentarsi all’esterno, ma ciò che cova dal di dentro. Prima dei frutti, è necessario osservare l’albero da cui essi provengono. È necessario, in sostanza, guardare al cuore! Esso, infatti, è il solo albero da cui possono nascere i frutti più autentici: nel bene e, purtroppo, anche nel male.
Oggi più che mai, allora, abbiamo la possibilità di guardare come guarda Dio, a ciò che guarda Dio. Possiamo contemplare il suo sguardo sul nostro cuore e su quello degli altri! Se, infatti, quello stesso sguardo è rivolto al cuore di ognuno di noi, come potranno i nostri occhi giudicare dalle apparenze?
Pietre Vive (Roma)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Dai loro frutti li riconoscerete.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Parola del Signore.