È con gli occhi dei pastori, con il cuore dei semplici ancora gravido della tua natività che vogliamo approcciarci a queste parole.
Ci chiami alla semplicità di una colomba che canta tutto il giorno il suo canto di amore.
Semplicità che è caducità di chi vive nelle fenditure della roccia, “all’incrocio dei venti ed è bruciato vivo”, di chi vive il non essere riconosciuto come amato, come fratello.
In questo tempo di guerre e di pianto ti chiediamo ancora una volta, Signore, il dono del tuo spirito, perché sia tu a parlare in noi e la nostra vita a parlare di te che semplicemente sei.
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Ti custodiremo nel nostro cuore sgualcito affinché ognuno possa tornare a te, quando vorrà.
Ti chiediamo di abbandonare la via della sicurezza, del riconoscimento, della vana gloria per indossare la nostra “corona di stelle e di spine.”
Martina Pampagnin
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato