Oggi il Signore riapre il cuore ai suoi, gli confida ciò che li attende a Gerusalemme, preparando i compagni di cammino e sé stesso con loro. Gesù cerca di insegnare ai discepoli che mai e poi mai lui consegnerà un altro alla morte ma, piuttosto di compiere il male, si lascerà consegnare. L’annuncio pasquale è rifiutato, non verbalmente, ma chiudendo gli occhi, ignorandolo, non chiedendo, cercando ancora una volta di aggiustare le cose al modo umano, come maldestramente Pietro aveva fatto in precedenza.
Una volta giunti a casa Gesù domanda l’oggetto del loro discorrere, una discussione che sarà stata animata, ma soffocata, non pareva carino trovare il sostituto, mentre il Maestro era ancora in vita!
La risposta di Gesù sconcerta, davanti ad un consesso di “primi” si pone a modello il più piccolo… un ribaltamento radicale del punto di vista che lascia tutti senza parole. Davanti alle grandi sfide della vita il “farsi grossi” per il Signore non è la strategia migliore! La Chiesa, così come le nostre famiglie, non sono mandate avanti da chi sbatte il pugno sul tavolo, ma da chi umilmente si mette al servizio di tutti.
Colui, o colei, che può governare la comunità è sempre da cercare e trovare fra coloro che sanno stare con gioia all’ultimo posto. Possiamo allora chiedere oggi al Signore che nelle posizioni di leadership che la vita ci chiede di assumere, possiamo rifuggire ciò che davvero mina il nostro servizio, il non essere servi degli altri, ricacciando indietro il desiderio di strumentalizzare e farla da padroni!
Narciso Sunda SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato