Quante volte ci capita di sentirci fuori tempo? Note stonate in accordi perfettamente eseguiti. Come se per noi non esistesse un tempo perfetto per essere ciò che siamo.
Prima la scuola, poi il lavoro, la famiglia, tutto viene prima di ciò che realmente siamo, come se essere se stessi fosse una colpa. Ci costruiamo delle maschere per vivere una vita socialmente accettabile, anche se sappiamo nel profondo che la nostra vera essenza ci spingerebbe altrove. Eppure continuiamo a vivere con dei pesi sul cuore, perché non abbiamo il coraggio di liberarcene. Preferiamo restare apatici invece di essere umani dal cuore aperto.
Gesù ci porge una mano per spezzare le catene dei nostri pesi più profondi.
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Mettersi in cammino per ricercare quale sia la formula per liberarci da queste catene vale il viaggio dentro noi stessi. E non importa quante volte cadremo, schiacciati dal nostro stesso peso, l’importante “es el camino”, è il cammino, non la meta finale.
Tra le foglie di eucalipto, gli oceani di silenzio dentro di noi diventano meravigliose penisole dove far entrare la potenza dell’amore di Dio che può tutto. Basta avere un cuore aperto e intravedere quell’infinito che salva in certi sguardi, in correnti contrastanti, in corpi che ricercano abbracci per sentirsi interi.
Ester Antonia Cozzolino
Rete Loyola (Bologna)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato