Molto spesso, nelle nostre vite, confondiamo il caos del mondo con quello interiore, creando una confusione tale da dimenticare ciò per cui è giusto lottare.
Più un obiettivo o una relazione ci appare complessa, più tendiamo a scappare.
Fino a che punto questo nostro eterno fuggire potrà salvarci?
Spesso ci vuole più coraggio a restare che ad andarsene, soprattutto quando la profondità di una relazione o di un obiettivo è incisa a fondo, come nel legno di quercia e recuperare quell’albero significa tagliarne i rami inutili e non l’intero tronco.
Poi ci sono volte in cui lasciare andare è il miglior modo per conservare ciò che di bello c’è stato e che adesso non può più essere.
La linea sottile tra i due estremi è molto fragile, e solo l’Amore di Dio può indicarci la strada da intraprendere.
L’importante è continuare a camminare, perché nessuna fine è realmente definitiva, neanche la morte.
Ester Cozzolino
Rete Loyola (Bologna)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato