Viviamo oggi in un tempo in cui la sola idea di chiedere aiuto viene vista come un sintomo di debolezza e fragilitร . Per evitare di sembrare deboli non chiediamo piรน, cerchiamo di fare tutto da soli, ci portiamo da soli il peso delle nostre esistenze come una pena da scontare per un reato non commesso.
E cosรฌ ci chiudiamo in noi stessi, perchรฉ รจ piรน facile farsi vedere come delle fortezze inespugnabili, perchรฉ alla fine chi si fermerebbe cosรฌ tanto a lungo nel guardare quella cinta muraria che abbiamo costruito, per farci accorgere che รจ sempre stato lรฌ e non si รจ mosso neanche di un centimetro?
LโAmico per eccellenza, Gesรน, o chi considera lโamicizia un sentimento cosรฌ forte da essere capace di attendere i nostri tempi, i nostri demoni interiori, i tormenti, le tempeste, che ti chiude porte in faccia facendo un gran rumore, per lasciarle ancora piรน aperte.
La bellezza dellโapertura di quella porta sta proprio in questo, ci fa accorgere che anche se facciamo di tutto per rimanere soli, alla fine non riusciremo mai a esserlo in nessuna parte del nostro cuore.
E non importa come chiediamo di essere aiutati, a volte basta un messaggio con scritto ยซci sei?ยป o una preghiera in mezzo a un bosco per annullare chilometri, anni, pianti, incomprensioni, per donare e perdonarci per essere stati cosรฌ tanto tempo distanti.
Ester A. Cozzolino
Rete Loyola (Bologna)

Fonte: Get up and Walk โ il vangelo quotidiano commentato