Quante volte capita di trovarsi con delle persone con le quali, anche se non sono del nostro sangue, riusciamo a creare legami così forti da essere simili a quello che abbiamo con i nostri familiari? Alcuni di questi incontri talvolta vengono chiamati “legami spirituali”. Due cuori si incontrano e sentono di essere sulla stessa frequenza, uniti da un antico legame che li fa sentire a casa, anche se la loro casa il più delle volte è distante chilometri e chilometri.
Come spiegare queste sensazioni? Come identificarle, nel vasto panorama dei sentimenti? Forse con un unico grande sentimento, che lega flotte di esseri umani sotto un’unica stella: l’amore di Dio. Ed è proprio in occhi con lo sguardo simile al nostro che si incontrano per la prima volta, in sorrisi che si riconoscono senza bisogno di parlare la stessa lingua e in braccia che si allargano per chiudersi a circonferenza di un altro corpo, che si vede la forza dirompente di questo sentimento che abbatte muri di intolleranza, secoli di guerre per confini o cose materiali, distanze chilometriche, cuori infranti, corpi diversi, lingue incomprensibili…
Fateci e facciamoci caso: il miracolo dell’Amor che move il sole e l’altre stelle è in ogni curva di strada che percorriamo e in ogni curva di sorriso che incontriamo – e nessun colore della pelle, nessuna differente religione, nessuna posizione geografica potrà mai fermarlo.
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Abbandoniamoci al flusso: siamo un unico popolo sotto un infinito cielo.
Ester Antonia Cozzolino
Rete Loyola (Bologna)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato