E venne ad abitare in mezzo a noi, con noi, per noi.
Il canto di Zaccaria, che rompe il mutismo e il silenzio, sono parole che sgorgano guardando suo figlio Giovanni: è il canto di lode dell’attesa di una vita intera (quella di Zaccaria e di Elisabetta) e di una Storia intera.
Zaccaria, guardando suo figlio, sa che Dio mantiene le promesse fatte e ne diventa testimone. Sa anche che Dio si farà uomo e verrà ad abitare in mezzo a noi, si farà il vicino della porta accanto. Nascerà, crescerà, giocherà, mangerà, piangerà, soffrirà e morirà – ma, soprattutto, amerà come mai nessun uomo ha amato l’umanità tutta.
Luce che stana le tenebre, mano che ci salva dai nemici, primi fra tutti quelli che ci portiamo dentro.
Sono giorni difficili, sospesi, questi che viviamo: contiamo le persone che possiamo avere accanto, c’è più silenzio, meno frenesia. È un tempo allora anche prezioso, privilegiato.
A noi spetta solo aprire, spalancare le porte e accogliere.
Lui nasce anche per te.
Francesca Carraro
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato