La folla è sazia, è stata sfamata: c’erano pane e pesce per tutti. Ma ancora non comprende il senso profondo di quel saziarsi. Gesù allora si manifesta: io sono il pane, io sono il Figlio, seguite me, mangiate me e vivrete per sempre.
Queste sono le parole dure, queste sono le parole che mettono in crisi i discepoli perché richiedono un cambio di passo, un atto di fede, passare dalla carne, cioè da ciò che è terreno e umano e che conosciamo, allo spirito e a un messaggio nuovo.
Vivere con Gesù, condividere con lui esperienze, guarigioni, parole, questo sì, si può fare. Ma credere che Dio si sia fatto limitato e ci sia venuto ad amare e salvare così, questo come è possibile? Quali garanzie, quali prove mi dai?
Nessuna garanzia, siamo liberi. Liberi di andarcene, di scegliere la carne, l’ordinario, ciò che conosciamo e che ci fa sentire “sicuri”. Liberi di restare, riconoscendo che non c’è alternativa a questo amore che rende la nostra vita eterna, perché piena.
Francesca Carraro
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato