Solo qualche domenica fa Gesù chiedeva ai suoi discepoli chi fosse lui secondo la gente e chi secondo loro. Oggi è Erode a chiedersi chi sia quest’uomo di Nazareth. Certamente anche noi ci portiamo dentro questa domanda.
Ma oggi, forse, sono le risposte a metterci in cammino.
La gente che risponde non ha un nome, non ha un volto. Erode cerca un confronto ma alla fine ritorna su se stesso e su quello che già sa («Giovanni, l’ho fatto decapitare io»). La domanda è sempre la stessa: “voi chi dite che io/lui sia?”. La risposta cambia a seconda dell’intimità che si ha con l’interlocutore.
Il tempo e le esperienze trascorse con Gesù gli permettono di vedere l’essenziale e di dirlo con molta semplicità. La gente invece dà le risposte di sempre, risposte lontane, le une uguali alle altre – «Elia!․․․ uno degli antichi preferiti». La vita insegna a Erode che la verità non è un bene di consumo, il “pubblico da casa” non può dargli la risposta pronta.
Ed Erode pare abbia capito, la sua storia ricomincia da quella delusione «e cercava di vederlo».
Matteo Palma
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato