È cominciata l’estate: il ciclo della natura ci regala in sorte la possibilità della raccolta.
L’estate è la stagione della frutta, dei suoi colori, innanzitutto, che la natura ci offre in contemplazione e poi della sua raccolta, rimessa alla nostra sensibilità.
Raccogliere un frutto da un albero richiede una certa sensibilità.
Il semplice gesto della raccolta è una preghiera che Gesù insegna ai suoi discepoli, la trasmette loro come un genitore ai suoi figli. Forse anche tu ricordi quella volta in cui qualcuno ti insegnò a scegliere un frutto da un albero…
Nell’affanno della calura, che potrebbe essere quello della nostra vita ordinaria dopo un intero anno di studio, lavoro, preoccupazioni per il futuro, puoi metterti davanti al “tuo albero”, la tua vita in questo momento, e guardarlo con gli occhi del Padre, con tutti i suoi frutti.
Puoi richiamare alla memoria
quelle volte che lo hai annaffiato con i tuoi sogni e desideri;
quelle volte che lo hai potato, perché sentivi che quel ramo ne ostacolava la libera crescita;
quelle volte in cui ti sei fermato a osservare i rami ancora spogli, e ti assaliva la paura che non sarebbe cresciuto nulla;
quelle volte in cui hai vissuto la tentazione di ascoltare quel tipo compagnone che ti consigliava di gettare il fertilizzante, per fare crescere molti più frutti e molto più in fretta;
quella volta in cui hai visto sbocciare il primo germoglio e la speranza ti è entrata nel cuore;
quelle volte che, preso dall’irrequietezza, volevi subito assaggiare i frutti, pur sapendo che non era ancora giunto il momento.
Ora soffermati sui frutti, il tempo forse è arrivato, non tutti i frutti maturano allo stesso tempo, alcuni richiedono più cure, più attesa.
Toccali con delicatezza, con la punta dei polpastrelli per sentirne la consistenza.
Raccogline uno e gustalo durante la giornata, magari condividendolo con qualcuno.
Se si tratta dei frutti, allora bisogna prima dare fiducia all’albero e ai suoi tempi.
Matteo Palma
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato