Gesù è agli inizi della sua predicazione pubblica, fino ad allora aveva condotto la sua vita privata presso i “suoi”. Ciò che racconta e provoca e attira sempre più gente, alcuni addirittura si dicono disposti a seguirlo ovunque, altri sono già stati nominati apostoli. E questo può certamente stupire. La reazione dei “suoi”, però, stupisce ancora di più. Non lo riconoscono. E lui non riconosce loro.
Forse è esperienza comune quella di rientrare a casa dopo i primi periodi da “fuori sede” e cominciare a notare delle differenze di vedute, delle scomodità in posti e luoghi che prima frequentavano assiduamente e chiamavamo “casa”. Ma questo avviene spesso anche in momenti di forte rottura della nostra vita.
Tutto questo ci interroga. Interroga la nostra autenticità, ci fa dubitare di quello che eravamo o di quello che siamo. Su questo possiamo scegliere di prestare ascolto al Nemico e vederci divisi, portare al banco degli imputati il nostro passato e il nostro presente. Oppure potremmo avere uno sguardo radicalmente diverso: gesù è “folle” per i suoi, ma è nuova pienezza per molti. L’avvicinarsi di molti e l’autenticità di Gesù nel suo presente, sarà forse occasione di conversione anche per i suoi.
Matteo Palma
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato