Il cibo, il vestito: quelle descritte oggi sono occupazioni umane, legittime. Il cibo e il vestito sono due necessità fondamentali dell’uomo, senza di essi probabilmente non potrebbe pensare al resto. A essere in discussione però non è tanto il fatto che l’uomo si occupi di queste cose, quanto piuttosto che se ne pre-occupi: la necessità non è più la spinta che ci porta a procacciarci i mezzi per sopravvivere, ma diventa il fine della vita stessa, il padrone al quale sottomettersi.
E i padroni rischiano di essere tanti, uno per ogni cosa che occupa il nostro tempo: il lavoro, lo studio, la carriera, i doveri, l’apparenza, il corpo, l’immagine che diamo di noi, il tempo libero, il divertimento, la vita sociale. Ognuna di queste cose rischia di diventare un dio al quale obbedire, ritrovandoci divisi in tanti pezzetti che sembrano spesso andare in direzioni opposte.
Ma Gesù oggi ci presenta un’altra immagine: quello che Dio vuole per noi non è la divisione, ma l’unità; un’unità che diventa libertà, come quella degli uccelli del cielo, e che diventa bellezza, la stessa bellezza dei gigli di un campo.
Caterina Rapini
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato