Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 22 Febbario 2021

Avviene un gioco di specchi che parte da un paio di domande poste da Gesù ai discepoli. Fa un sondaggio. Chiede cosa pensi di lui la gente: stando a sentire le persone che lo hanno incontrato o hanno sentito parlare di lui, quale identità viene fuori? Cosa si pensa in giro di Gesù? Emergono differenti opinioni: il Battista, Elia, uno dei profeti. Circolano varie interpretazioni che concorrono a definirlo.

Gesù rincara la dose. Rivolge la domanda chiamando in causa i discepoli che ha di fronte, li interpella direttamente. Agli occhi dei discepoli, chi è Gesù? Vivendo accanto a lui, gomito a gomito, quale esperienza e quale visione hanno di lui? Risponde Pietro: il Cristo di Dio. Poco dopo, tuttavia, una precisazione: Pietro trova la risposta all’interno della relazione col Padre.

Qui comincia il gioco di specchi. Pietro, rapportandosi a Dio, conosce l’identità di Gesù e la afferma; Gesù a sua volta, dopo aver ascoltato Pietro, lo definisce la pietra su cui costruirà. Pietro conosce Gesù e Gesù rivela Pietro. Gesù si trova in Pietro e Pietro in Gesù.

È un gioco di specchi. Col passare del tempo mi comprendo, mi conosco, faccio esperienza di me, e al tempo stesso faccio esperienza di essere consegnato a me. Quando, fermandomi a contemplare chi sono e cosa capisco di me, mi ritrovo faccia a faccia con me, posso diventare consapevole che chi sono io, la mia identità non parte da me. Non sono l’origine di me, non sono l’inizio. Mi scopro piuttosto consegnato a me, e quindi già da sempre in relazione.

Carmine Carano SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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