Oggi la liturgia ci invita a fare memoria delle origini delle vicende della Vergine Maria Regina del cielo e della terra. Come sempre il Vangelo ci spiazza e narra una storia di salvezza improbabile, come oggi per noi, una storia che inizia male…
Il messaggero è mandato in una borgata di persone senza cultura che vivono nelle caverne di Nazareth, in Galilea (in ebraico Ghelil) un distretto di miscredenti․․․ Una adolescente chiamata Maria – e nessuno metteva quel nome, perché portava sfortuna ricordando la sorella di Mosè, donna ambiziosa, castigata, punita severamente da Dio con la lebbra. E da quella volta il nome Maria non comparirà più nella Bibbia.
Anche noi siamo sorpresi da un annuncio inverosimile che riceviamo tra ombrelloni, lavoro in afose città, gite in montagna, in mezzo a una guerra che minaccia di allargarsi e una pandemia che non smette di preoccuparci. A tutti noi il Signore rinnova la sua chiamata alla vita, a non smettere di sperare di generare una umanità nuova che prende carne dalla sua Parola.
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A noi “madri” del Signore oggi è riservato un saluto speciale: «Chaire. Sii lieta! Sii felice!». Il tuo nome è: “Amata/o per sempre”. Un angelo viene ancora a ripetere per ciascuno: Tu sei amato! Dio ti ha scelto prima della creazione del mondo․․․ Sei amato/a per sempre come figlia/o amata/o… E per noi oggi questa parola: Tu sei amato teneramente, gratuitamente, per sempre. Il nome di Maria, allora, è “amata per sempre”. E la sua funzione nella Chiesa è ricordare, nel suo stesso nome, quest’amore regale che dà gioia.
Narciso Sunda SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato