Gesù è lì, davanti a Gerusalemme, davanti al luogo più importante e significativo per il suo popolo. Dopo aver girato la sua terra in lungo e in largo e aver portato il Vangelo, la buona notizia a tutti, Gesù giunge a Gerusalemme e piange. Piange perché in tanti, troppi non l’hanno riconosciuto, piange per coloro che non l’hanno compreso, che l’hanno rifiutato e infine odiato.
Penso ai tanti momenti della mia vita in cui Gesù viene e bussa alla porta del mio cuore, mi cerca, mi parla, mi chiama per nome, quante volte anche io non l’ho riconosciuto o non l’ho ascoltato! E quante volte, pur riconoscendolo, l’ho allontanato, l’ho rifiutato o, preso da tanti altri pensieri, l’ho messo da parte, l’ho “dimenticato”… Eppure Gesù piange per me: non un pianto di rassegnazione, ma un pianto pieno di dolore e compassione, pieno di amore. Gesù piange perché sa quali sono e saranno le vere sofferenze quando qualcuno lo rifiuta.
Sembra già tutto scritto: Gesù ha provato ad entrare nel cuore di tutti, ma alla fine chi non l’ha lasciato entrare è perduto. Anche io quindi davanti a tutti i miei no o lontananze da Lui dovrei sentirmi condannato. Ma so che non è così: dopo quel pianto, Gesù entra comunque a Gerusalemme. Non dimentica nessuno, non mi abbandona! Anzi, proprio lì a Gerusalemme donerà tutto se stesso, anche per coloro che l’hanno rifiutato.
Così vale per il mio cuore. Gesù non si stanca, non si stancherà mai di venire a visitarmi. Potrò non riconoscerlo, non ascoltarlo, ignorarlo o perfino combatterlo e rifiutarlo… però Lui per me ci sarà sempre, si donerà totalmente per me. Davanti a un amore così grande non si può restare impassibili!
Marco Sturniolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato