✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 28,16-20
«È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea». Così suonava l’annuncio del mattino di Pasqua, così suona il motore del giorno di Ascensione. Un annuncio e un’indicazione, e i discepoli si recano dove Gesù ha mostrato loro. Dove li attende. Non ci hanno capito un granché, ma spesso capire non è fondamentale quanto inverare il desiderio che mette in moto: essere collaboratori della riuscita della promessa di Dio. Lo vedono: è lui. Lo riconoscono.
Però dubitano: tutto in ordine. È profondamente umano e benedetto il nostro dubitare davanti all’evidenza, quando l’evidenza è così forte da sfidare ogni legge razionale: la vita ha vinto la morte. Nessun biasimo: dubitare è la porta cha apre verso la redazione autentica del nostro “sì”. Obiettare, mettere in discussione. Approfondire: andare a fondo.
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Gesù si avvicina e risponde, diradando ogni dubbio. E il modo in cui lo fa è unico: mediante l’invio. Gesù è l’unico chiamante della storia. Chiama e invia, ed ecco che la Pasqua si realizza ancora, e fino in fondo: attraverso il mandato a costruire la manifestazione viva e vera del risorto nel mondo, la Chiesa. La più bella conseguenza di Pasqua.
Poche ed essenziali linee: l’invito a insegnare a chi incontreremo la bellezza dell’osservare ciò che ci ha donato. No, non lo faremo da soli. Gesù è (indicativo presente) – già oggi – con noi, tutti i giorni. Non accanto: da dentro. È questa la Pasqua: salire al cielo per riempire il mondo della propria presenza, perché sia fino alla fine. È la versione piena del Dio con noi.
Leggero: come chi ha dato tutto, e torna da chi è venuto. Solo così si può salire. Leggeri: sempre da figli.
Melania Condò
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato