Osare avvicinarsi e domandare: l’inizio della relazione. Interrogare Gesù, Maestro di vita piena, è l’atto di coraggio necessario a innescare un dialogo fecondo con chi ci guida e con noi stessi, un dialogo che sia capace di scardinare i nostri modi di procedere spesso stantii e introflessi, per rieducarli e dirigerli nuovamente verso il Padre.
Le risposte di Gesù al giovane sono precise, puntuali e concise: non lasciano spazio a dubbi di interpretazione. Un maestro non può non aver cura che le sue parole mostrino a chi si affida alle sue mani una strada inequivocabile. In-segnare è lasciare un segno, una traccia nitida, valida per tutti e al contempo realizzabile solo nella creatività di ciascuno.
Il giovane è stato un alunno diligente, dedito al dovere e all’insegnamento ricevuto; ma manca qualcosa: manca l’altro. Manca ciò che esula dal dovere e apre alla gratuità: dona tutto ciò che hai a chi ti incrocia, non temere di disperdere ricchezze e lascia con fiducia che queste ti mettano in relazione con i tuoi fratelli, altrimenti perdono di significato.
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Richiesta inedita quella del Maestro, che può trovare declinazione concreta in uno e un solo caso: «se vuoi». È il dono del criterio con cui imparare ad ascoltarci nel profondo: condizione imprescindibile della chiamata ad amare è volerlo, desiderare incarnarlo. Sceglierlo. Allora anche andarsene tristi non è l’epilogo ma il primo passo per riorientare il nostro desiderio di vita piena e modellarlo sull’ascolto del Maestro!
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato