Tra la gente c’è il caos; la confusione di opinioni che si sovrappongono stordisce: qual è la verità su questo Gesù di Nazareth? Da una parte c’è il popolo che ascolta Gesù e accoglie le sue parole, in Lui vede davvero compiersi la promessa delle Scritture; dall’altra parte ci sono i soldati, energumeni al servizio del potere ma pur sempre uomini, capaci di lasciarsi toccare dall’incontro con Gesù; e infine i sacerdoti e i farisei, una categoria che cogita a priori senza recepire la realtà che li circonda.
Infatti la realtà di Gesù scuote, è una novità teologica che chi è troppo attaccato alla legge, alle regole, alla tradizione come i farisei, non può cogliere. Da un lato perché la sicurezza della propria conoscenza rende le cose più complicate di quelle che sono (“ti amo” – dice Gesù – è così semplice!), dall’altro perché è difficile credere al cambiamento. E quando la realtà è incredibile, perché il comandamento dell’amore che incarna Gesù lo è, allora è più comodo alterarla, adattarla ai propri schemi e ai propri confini, o fuggirla.
La verità è che per credere all’amore bisogna avere un cuore povero, occhi semplici e nudi di giudizi. Proprio come il popolo e i soldati, che non hanno certo studiato il Pentateuco a menadito, ma hanno la sapienza buona che nasce dall’esperienza. Solo grazie al fare esperienza di Gesù nella propria vita si può essere sapienti, nel senso di chi sa gustare la vita e trovarne senso. L’ha capito Nicodemo, sacerdote avulso dal contesto, il quale alla staticità della teoria e ai sermoni blasonati che inaridiscono, dopo aver ascoltato Gesù preferisce il dinamismo dell’esperienza dell’incontro.
Accogliere l’appello del Cristo all’amore vuol dire andare controcorrente, mettersi in moto verso la vita vera; e anche se all’inizio non sembra facile ma appare alquanto inconcepibile, strada facendo scopriamo che ne vale davvero la pena.
Chiediamo al Padre di donarci un cuore povero per credere, per lasciarci sconvolgere dall’amore incredibile di Gesù e diventare capaci anche noi, tra vicini e lontani, di dire “ti amo”.
Ilaria De Lillo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato