Siamo tutti cercatori di senso, è nel nostro DNA. La società spesso ci spinge a renderci spettatori della vita che scorre, soffoca la nostra libertà di essere così come siamo, stupendamente umani, e cerca di annullare la nostra capacità di discernere… Ma non possiamo soffocare il bisogno di sapere chi siamo e cosa ci facciamo sulla terra.
L’indigestione di notizie, di piaceri tappabuchi, di oggetti che dimezzano la fatica e accelerano la vita, la edulcorano, non possono saziare la fame di eternità che cerchiamo nel profondo. Non è stato così nemmeno per alcuni giudei, che una volta ricevuta la legge da Mosè si sono omologati e hanno ingoiato tutto passivamente, perché poi, quando hanno incontrato Gesù, qualcosa è cambiato.
Gesù ha riacceso la loro fame di senso: “Signore, dacci per sempre questo pane!” è il loro grido commovente. Chiedono un pane che non vedono, ma che hanno già, proprio davanti ai loro occhi. E Gesù prontamente risponde a questa richiesta: avete chiesto il pane della vita eterna? Eccomi!
Gesù è, “io sono”. E allora possiamo gridare “eureka”! Rivelandoci la sua identità, Gesù ci rivela la nostra! Gesù è il dono d’amore di Dio per noi, nella sua relazione al Padre, ci mette in relazione. Tutto ciò che Gesù è, lo condivide con noi. Gesù ci dà tutto se stesso, è concreto, tangibile proprio come il pane. Dà fine al tormento della nostra ricerca di senso, toglie peso al panico del nostro caos interiore attraverso la gioia dell’amore gratuito.
Allora chi siamo? Siamo il prodotto di questa vera relazione d’amore: figli, amati all’infinito. Tuttavia, siamo troppo piccoli per poter contenere l’infinito di questo amore che ci supera a ogni caduta e ci rialza. Allora non ci resta che saziarci pienamente di Gesù, gustare boccone dopo boccone questo amore e condividerlo con chi abbiamo accanto. Da amati ad amanti: ecco chi siamo.
Ilaria De Lillo
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato