«Prendi voti buoni, laureati in fretta, sposati, non troppo presto ma non troppo tardi, sii furbo, segui le regole, infrangi le regole, risparmia i soldi, investili․․․» Quelli che per Gesù erano i farisei e gli scribi sono per noi tutti quelli che ci dicono cosa dovremmo fare, come dovremmo essere a ogni piè sospinto.
Il fardello diventa molto pesante perché è solo il nostro senso del dovere a sollevarlo, spesso con la sola forza di volontà. Ma a volte semplicemente non ce la facciamo, e ci chiediamo: chi ha messo questo peso su di me? A volte addirittura diamo la colpa al Signore, che ci vuole servi.
Ma la servitù di cui parla Gesù non ha niente a che fare con quel fardello. Innanzitutto, probabilmente quest’ultimo è molto più pesante di quanto dovrebbe essere, perché sostiene anche le nostre ansie di non farcela, la nostra tristezza e il senso di colpa per quando non riusciamo a trasportarlo. Inoltre, il fardello è pesante perché di solito siamo noi stessi che lo mettiamo sulle spalle degli altri, giudicando noi e loro e costringendo tutti quanti a mantenere standard elevatissimi di efficienza e precisione. Questa è la schiavitù.
Come liberarsi del dramma del dovere senza amore? Ascoltando la voce di Gesù che ci dice, innanzitutto, che non siamo soli; ci dice di sentirci fratelli tra di noi, che chiedere aiuto e offrirlo è l’unico modo per dimezzare il peso che ci portiamo addosso. Ci dice di riconoscere che la vita non ce la siamo meritata, non ci siamo autocreati: un Padre ci ha regalato questo attimo in cui leggi queste parole, senza voler niente in cambio; un Padre celeste che ci ha anche dato una guida, il Cristo, per renderci conto di questo dono.
Ogni giorno abbiamo la possibilità, anche per pochi minuti, di entrare in questa relazione con il Padre che ci ha dato tutto, che non vuole nessun fardello per noi. Se tutto il resto della giornata si nutre di ciò che gustiamo in quei pochi minuti, allora sì che la servitù diventa servizio, fatto per amore e non per dovere, e il fardello․․․ leggero come una piuma.
Gloria Ruvolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato