Ho fallito di nuovo. Dopo la confessione, dopo i miei nuovi propositi mi ritrovo a rendermi conto che ho fatto lo stesso peccato, lo stesso errore che mi ero ripromessa di evitare. Mi vergogno ad ammetterlo a me stessa, la delusione verso di me è troppa, mi rimprovero mentalmente con ferocia per essere caduta di nuovo in tentazione.
Eppure, basta una preghiera. Dopo che mi sono intrappolata benissimo nei miei pensieri di autocommiserazione, la luce arriva da uno sguardo di misericordia, il Tuo. Quando ho cercato di raggiungerti – ogni volta che ho accettato la tua richiesta di sedermi, fermarmi e ascoltarti – il tuo sguardo su di me non è mai stato accusatorio, mai denigrante, mai dall’alto.
Ti siedi con me e condividi con me, nonostante tutto. E così respiro di nuovo.
Tutti i miei pensieri di punizione, tutti i miei malumori che mi avevano chiuso in me stessa svaniscono. Nessun sacrificio che mi punisca, ma misericordia per me, e per gli altri che ho ferito; altri che ora, non più bloccato da vergogna e sensi di colpa, posso realmente aiutare di nuovo, non con senso di dovere ma con empatia e amore.
Ed è probabilmente questo sguardo che Matteo ha visto, quando ha lasciato il suo banco, la sua personale prigione, e si è alzato a seguirti, attratto inevitabilmente dalla luce della misericordia.
Gloria Ruvolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato