Tutto quello che ha l’immagine e l’iscrizione di Cesare dobbiamo renderlo a Cesare. Dunque tutto quello che ha l’immagine e l’iscrizione di Dio dobbiamo renderlo a Dio.
Ma come facciamo a discernere, a capire a chi dobbiamo rendere cosa?
È difficile a volte vedere una chiara direzione, a volte siamo sommersi da tantissime immagini, ognuna che vuole un pezzo di noi, ognuna che si impone alla nostra attenzione e vuole il suo spazio nella nostra vita. Dov’è l’iscrizione di Dio?
A immagine e somiglianza li creò. Dobbiamo rendere a Dio la nostra immagine, che è la sua immagine. E come rendere la nostra immagine a lui? A volte, semplicemente, si tratta di preferire quella scelta, quella persona, quella relazione, quella comunità che ci fa essere più noi stessi; che ci fa sentire interi, non misurabili come il denaro di Cesare, non interscambiabili, ma unici e amati nella nostra unicità.
E abbiamo già un esempio su come fare questo, l’esempio di un uomo che è stato sempre se stesso, senza guardare in faccia a nessuno. La cui immagine riflette senza macchie il volto di Dio, senza ipocrisie o maschere, perché consapevole di essere amato esattamente così com’è.
Gloria Ruvolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato