Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 2 Gennaio 2022

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Verbo, generato, figlio unigenito, luce vera, vita, testimonianza, gloria. La poesia filosofica che apre il Vangelo più originale di tutti contiene parole dense, astratte, quasi enigmatiche, come se Giovanni volesse ammantare quel carpentiere povero della Galilea di un’aura sofisticata, intellettuale. Eppure, dopo averla letto un paio di volte, subentra una strana calma. La rivoluzione che portano queste parole sembra entrare nel cuore con la lentezza di una litania.

«La vita era la luce degli uomini» sembra un’ovvietà eppure apre gli occhi sul fuggevole miracolo che è questo momento, in cui sono in vita e sono cosciente, e posso vedere la luce. «Dalla sua pienezza abbiamo ricevuto: grazia su grazia» evoca in me i ricordi di una vita piena di gioie e di amore, e mi riempe il cuore di gratitudine verso chi mi ha dato questa possibilità. E visto che nessuno ha mai visto Dio, è il volto di Gesù che ringrazio per avermelo rivelato.

E allora, dopo che ho aperto gli occhi sul presente e sul passato, riesco a intravedere tra le maglie della vita il significato luminoso di quel misterioso Verbo, quel Logos per mezzo del quale tutto il mondo è stato fatto, quell’armonia fra cosmo e coscienza che mi rivela un significato ultimo, un senso. E capisco che queste parole non sono complicate, ma servono a rendere il futuro semplice, lineare.

Io sono stata salvata dalla luce; sia la mia vita testimonianza di luce.

Gloria Ruvolo


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato