Ai confini del tempio, lascio le mani di chi fin qui mi ha portata, di chi mi ha condotta a te, mi ha parlato di te. Un respiro profondo, un passo in avanti. Ecco, Signore, la tua figlia amata, silenziosa, sale i gradini del tuo tempio.
Uno alla volta, con calma, pazienza, faticando a tratti. Sotto il sole cocente, nell’ora più calda mi avvicino alla tua porta, con le mani aperte davanti a me: mani che offrono, mani che chiedono.
Tu sei lì, sorridente, al centro del tempio. La tua veste porta ancora i segni della croce, ma il tuo sorriso è ciò che colma i miei passi, i miei occhi. Come una lama trafigge il mio cuore buio e arido che si libera di ogni pensiero, di ogni dubbio, di ogni fatica. E il cuore si spezza, perde buio a fiumi. Là dove c’era oscurità, ora c’è luce libera, vita pronta ad offrirsi. La tua croce è la chiave di volta della mia vita. Ecco, Signore, la tua figlia amata è qui davanti a te.
Martina Pampagnin
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato