Il giudizio finale, giusto qualche giorno dopo l’inizio della quaresima, fa risuonare con forza le parole con cui questa inizia: «Convertiti e credi al Vangelo». Nel giudizio raccontato dall’evangelista Matteo si possono leggere tre chiari inviti alla conversione, tre richiami a cambiare direzione.
Il primo porta allo sguardo che il momento finale del giudizio proietta sulla vita vissuta e sulle scelte di ogni giorno. Vista dalla sua fine, la vita prende un’altra forma rispetto a quella successione di istanti scanditi dall’agenda delle scadenze, dal calendario dei propri obiettivi. Al giudizio finale non si risponderà di un’agenda rispettata, ma degli incroci mancati con i volti e le vite di coloro che nella nostra pianificazione non ci entrano.
Il secondo invito poi riguarda i criteri con cui si scelgono priorità e responsabilità. I propri gusti, i propri bisogni, il riconoscimento ricercato saranno nostri compagni nello scegliere se impegnarci in una situazione o in una relazione. Se questi nostri “compagni” ci convinceranno che la nostra vita è già così complicata da non poter ascoltare, vedere, servire chi è rimasto fuori, però, ci sarà un giudizio – e sarà severo. Saremo noi a essere rimasti fuori dalla nostra umanità.
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Il terzo invito è a conoscere Dio per quello che lui ha voluto dire di sé, al di là dei nostri desideri, interpretazioni, riflessioni. “Ero quel tuo fratello più piccolo straniero, affamato, assetato, nudo, malato, in carcere”. Questo è il Vangelo di Gesù, convertiti e credi.
Leonardo Angius SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato