ร venuto Giovanni il Battistaโฆ
ร venuto il Figlio dellโuomoโฆ
Lโospite inatteso dovrebbe essere il benvenuto, ma, soprattutto in una cultura come quella orientale, non accade cosรฌ. Gesรน, come Giovanni prima di lui, viene respinto dalla maggior parte dei suoi contemporanei.
Provo a lasciare da parte lโospitalitร orientale, perchรฉ veramente lโospite dovrebbe essere sempre ricevuto, persino il nemico, e guardo piuttosto me stesso.
Che cosa mi impedisce di accogliere una persona? ร lโidea che mi sono giร fatto di lei, che diventa il metro con cui misurare le sue parole e il suo comportamento. In qualche modo tendo a riprodurre quello che giร so, a cercare delle conferme. Non vedo una persona, non la ascolto, ma mi fermo, a quello che la precede, le mie idee, che sono appunto venute prima di lei. Corro il rischio di fermarmi a quello che giร so, perchรฉ ha una sua logica, combacia con la mia esperienza.
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Il nuovo, invece, esce dalla mia logica, lo trovo irrazionale, per cui alzo delle difese. Come i contemporanei di Gesรน, che qualificano come indemoniato il Battista, per il suo modo di vivere nel deserto, e non arrivano a concepire un messia che frequenti persone poco dabbene.
Sono e siamo, quindi, dei prevenuti, pronti a difenderci, a salvare le idee che ci siamo fatti, le idee che ci sono venute prima, piuttosto che perdere noi stessi per avventurarci verso lโignoto.
Che cosa ci puรฒ permettere di fare un passo indietro?
Forse solo la sete di una Sapienza, che non possediamo, che non viene dal passato, ma รจ qui presente, e bussa alla nostra porta.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato