Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Settembre 2023

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Gesù cammina, dopo aver predicato e guarito, e incontra una delle situazioni più tristi che possa succedere di vivere: una madre che ha perso un figlio, dopo aver perso il marito. Ha perso tutto ciò che è la sua vita, il suo futuro. Non è sola, però, molta gente è con lei. E Gesù incrocia questa storia, la vede, si ferma e tocca.

Per la prima volta nel vangelo di Luca, dopo quasi un terzo del suo racconto, Gesù viene chiamato «Signore». È come se l’evangelista cambiasse tono, come se la musica di fondo si facesse grave: deve succedere qualcosa di importante. E succede di fatto qualcosa di essenziale: il Signore, il volto del Padre, ha compassione per la donna.

Si sarebbe più portati a pensare che la cosa veramente più importante sia la risurrezione del figlio, l’aspetto del miracolo, dello straordinario. Ma questo è solo un effetto della Buona Notizia: il Signore si è fatto vicino, in carne e ossa, ma soprattutto con il suo cuore tenero e amorevole, alla sofferenza della donna, degli uomini e di ognuno di noi.

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Si è fermato e ha allungato la mano per stare in contatto con quel dolore. Lui è il Signore della vita e della morte e può dire «Alzati, io sono qui con te».

Stefano Corticelli SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato