Mi colpisce lโinsistenza con cui Gesรน invita i settantadue a mangiare e bere di quello che sarร loro offerto: sembra quasi la consegna principale! Ed รจ pure bello: a chi non piace essere accolto?
Mi immagino allora di entrare in una di queste case, dove due discepoli sono ospitati. Li vedo conversare a tavola. Man mano che il tempo passa, la vita della famiglia entra nei discorsi e li anima. Sembra che persone fino a poco prima sconosciute siano, invece, amici di lunga data. Li vedo felici, sollevati, pieni di speranza. Non capisco che cosa stia succedendo, come puรฒ avvenire questo miracolo.
Allora provo a cercare che cosa sia accaduto poco prima, quando Gesรน radunava i settantadue. A loro ha consegnato qualcosa. Delle istruzioni, certamente, ma anche qualcosโaltro, che poi agirร da sรฉ mentre i discepoli vanno in avanscoperta, nelle case, in ogni cittร e luogo dove egli sta per recarsi. Qualcosa che agisce come il lievito, che farร fermentare discorsi, creerร vicinanza, fiducia, attesa di un bello che che sta per venire.
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ร la pace di Gesรน. Un dono che egli fa ai suoi discepoli e amici, un dono destinato ad espandersi. Un dono che agirร a loro insaputa, mentre mangiano e bevono quello che viene loro offerto. Un dono che risveglia nei malati la fiducia di poter guarire. Se รจ cosรฌ, oggi si parla di un dono che agisce di nascosto.
Torno da questa visita immaginaria con la speranza di averlo ricevuto anchโio. Non perchรฉ sia bravo โ che dono sarebbe?โ, ma perchรฉ il Signore ci tiene a fare fermentare tutta la nostra vita.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato