Provo simpatia per i discepoli che si sono dimenticati di prendere il pane. Li vedo chiedersi chi tra loro avesse la responsabilitร di prendere lโoccorrente per il viaggio. La loro discussione mi pare naturale, quasi inevitabile, e mi verrebbe da dire che non cโรจ niente di male nel cercare un colpevole. Dopo tutto, si tratta di imparare per non ripetere lo stesso errore. Certamente mi sarei buttato anchโio nella discussione.
Il rimprovero di Gesรน mi scuote ed รจ salutare. Quando, come i primi discepoli, sono preso dal dover risolvere un problema, tutto il resto mi sfugge. Il senso di colpa orienta tutta la mia attenzione su ciรฒ che manca e su che cosa devo o dobbiamo fare per rimediare. Anche se ci fosse una persona che mi invita, con lโautoritร di Gesรน, a riconoscere delle dinamiche nascoste, non ci farei caso. Ho altro a cui pensare!
Eppure queste dinamiche sono in me, come in ognuno di noi. Alcune portano alla distruzione, che รจ ben peggio di un giorno di digiuno. Lโipocrisia agisce come un lievito che mi fa vivere per curare la facciata. La sete di potere porta a fare compromessi con la coscienza.
Altre dinamiche rappresentano un espandersi della vita. Vedo un pane, mi dico che รจ uno solo, che abbiamo dimenticato di prendere i pani, perchรฉ ce nโรจ uno solo e per quanti siamo รจ come se fosse niente. Eppure quellโuno basta a saziare le moltitudini e ne avanza ancora.
Mi sento allora invitato a passare dal rimediare agli errori, miei o altrui, al riconoscere ciรฒ che ha sostanza, che ha potere di far crescere la vita, e che ci afferra fino a sostituire, gradualmente, la ricerca dellโaffermazione e dellโapparenza.
Stefano Corticelli SJ
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Fonte: Get up and Walk โ il vangelo quotidiano commentato