Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 17 Giugno 2023

281

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Lc 2,41-51

Tra la ripetitività di “ogni anno” e del “secondo la consuetudine”, si inseriscono i 12 anni di Gesù che scombinano le carte. Si tratta di un’età molto vicina a quella considerata dal giudaismo la maturità religiosa di un ragazzo: da quel momento in poi una persona è responsabile per sé stessa di quanto riguarda preghiera, culto e morale, non dipende più dai genitori.

Al di là dell’età anagrafica, l’episodio parla al nostro umano familiare: descrive il figlio che cerca lo spazio per capire e realizzare ciò di cui “deve” occuparsi, dove il “deve” non indica coercizione o obbligo imposto dal di fuori, ma un’energia e un’impellenza che vengono dal di dentro: è dal nucleo della verità di sé che pro-viene il desiderio di realizzare la chiamata alla vita. Va da sé che ogni ostacolo a questo spazio di autonomia e di rischio, sia nel senso del nido infinito che accomoda la vita, sia nel senso dell’abbandono tragico che la mette in pericolo, è ostacolo alla crescita e alla vita.

- Pubblicità -

L’episodio che oggi leggiamo è di una ricchezza e sapienza straordinarie: a essere coinvolto nella definizione di questo “spazio”, infatti, non è solo Gesù: lo sono anche Maria e Giuseppe, sia come singole persone sia come coppia. Lo spazio che si crea nelle relazioni, infatti, coinvolge entrambe le parti e viene definito, modellato, plasmato come mediazione continua dei sentimenti che costituiscono la relazione stessa: sia Gesù, sia Maria, sia Giuseppe sono stati chiamati a imparare a dare forma allo spazio vocazionale di Gesù, al suo tentativo di «occuparsi delle cose del Padre suo». Così è e sarà per ogni figlio/figlia d’uomo e di donna.

A essere coinvolti ci sono anche Maria e Giuseppe come coppia: la coppia precede sempre i figli/le figlie; è alleanza previa generativa, testimonianza iscritta nella carne che non si genera mai da soli. Anche nell’affidare alla vita una figlia/un figlio, nel sostenerli nel realizzare il loro “dover occuparsi” mamma e papà sono chiamati ad essere coraggiosamente generativi, dove generatività significa anche lasciar essere e lasciar andare.

Andrea Piccolo SJ

Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato