Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 16 Novembre 2022

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Oggi ci viene illustrata la capacità di vivere una sovrabbondanza di guadagno nel far fruttare la propria moneta d’oro, consegnata dal Signore, se si è “servo fedele nel poco”. Qui una moneta ne può fruttare dieci, o cinque, o… ciascuno dei servi presenta il guadagno sovrabbondante. Ma il vero guaio nel rapporto con il Signore è la paura.

Uno dei servi, infatti, preso proprio dalla paura, mette la sua moneta sotto terra, senza neppure pensare di metterla in una banca per un po’ di interesse. Non solo, questo servo pauroso dice al Signore stesso come lui lo vede: severo, che miete ciò che non ha seminato. Ovviamente con un tale padrone il blocco generato dalla paura è totale: si rimane immobili.

E Gesù stesso, nella parabola, sembra assecondare la visione che il servo pauroso ha del padrone. D’altronde cosa si può, cosa si riesce a fare con la paura, la vera arma che ha il cattivo spirito? Se poi questa paura riguarda Dio, ogni suo dono di fatto non viene riconosciuto o utilizzato, ma soltanto ridato a lui senza farne nulla. Questo è il vero problema, che sembra attanagliare ancora molti credenti anche oggi: assecondare una immagine di Dio che fa paura e che quindi blocca ciò che in noi è suo dono – e le conseguenze sono drammatiche per la vita stessa.

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Lino Dan SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato