E giunge il momento delle domande che scavano, delle domande che ti mettono di fronte all’esperienza che stai vivendo con Gesù e che non possono essere più evase, che danno anche a Gesù il polso di come viene percepito.
Allora ecco che Gesù innanzitutto chiede ai discepoli come la gente lo vede, anche per capire se quei suoi chiamati a condividere la sua missione si rendono conto delle aspettative delle folle; forse anche per metterli un po’ a loro agio e non arrivare subito alla domandona «Ma voi, chi dite che io sia?».
Ecco la domanda esistenziale cui Pietro, con la sua sincerità e irruenza, risponde col cuore, ma non ancora consapevole di chi è veramente quel “Cristo” che lui professa, ovvero un Cristo che dovrà patire, morire e risorgere: non proprio il successo sperato dal buon Pietro – che gli costa un rimprovero pubblico.
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Ed è la domanda di sempre che il Signore Gesù rivolge a ciascuno di noi, che lo vogliamo seguire e amare: “Chi sono io per te, oggi?”. Come con Pietro, richiamandoci a lasciare perdere quelle immagini di un Gesù Cristo troppo di successo, di gloria․․․ cercando umilmente, anche nelle difficoltà, di riconoscerlo proprio nei fallimenti e nelle prove, perché proprio lì possa aiutarci a risorgere con lui.
Lino Dan SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato