Guardarsi dentro: operazione difficile, forse anche imbarazzante, che mette a nudo le nostre piccolezze umane, naturalmente presenti nonostante la devozione e il fervore che la nostra immagine esterna veicola. E che suscita tanti commenti positivi e ammirazione, forse addirittura imitazione.
Non stupiamoci allora se il fariseo che, animato dalle migliori intenzioni, ha invitato Gesù a pranzo, rimane meravigliato che il suo ospite non abbia fatto le abluzioni. Ma se la nostra religiosità si basa sui gesti esteriori, si nutre di riti che vanno osservati per sentirci puri, per sentirci a posto, insomma, e poi il resto non conta, ecco che la reazione di Gesù diventa piuttosto scioccante.
Non è buona educazione rimproverare in maniera anche imbarazzante chi ti invita, suvvia! Eppure Gesù è molto deciso nel denunciare i pericoli di quella forma di religiosità che si nutre di esteriorità. Solo uno sguardo profondo, sincero, coraggioso, che sappia mettere alla luce del giudizio di misericordia di Dio quanto di meno “religioso” vi dimora, proprio quello sguardo permette di riconciliare l’esterno con l’interno.
E così si supera anche il rischio di rifugiarsi nella false sicurezze della forma, che può sì aiutare, ma solo se non diventa formalismo, solo se è riconciliata con ciò che viviamo dentro.
Lino Dan SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Parola del Signore