La strada della luce. Dove Gesù passa, dove qualcuno è fermo, seduto, mendíco ma incomincia a chiamare, a far sentire la sua voce, non c’è più possibilità che le tenebre, la cecità, abbiano la meglio. E non importa se le persone attorno fanno blocco e dicono di tacere – sembra quasi di sentirle: “taci, non disturbare il Maestro!” – esse stesse diventeranno chi accompagna il cieco a Gesù. Alla fin fine il grido del bisognoso non può rimanere senza essere ascoltato e accolto da Gesù.
Perché, prima di accogliere e far aprire gli occhi, Gesù vuole ascoltare, che si dica quale è il desiderio vero, profondo. Forse per un cieco è chiaro: un po’ meno chiaro per altre cecità, per altri bisogni, che forse anche noi oggi abbiamo e che dobbiamo esplicitare, magari a fatica, davanti a Gesù.
Non è un semplice preambolo, è il vero senso del gesto compiuto da Gesù: operare secondo la fede di chi chiede. Qui veramente sta la grandezza del Signore: far partecipare il bisognoso alla sua guarigione, ovvero restituirgli quella percezione di sé che lo fa essere a sua volta parte attiva nel ricevere il dono. A questo punto chi ha finalmente aperto gli occhi non può far altro che seguire e dare gloria a Dio. Con tutti i presenti.
Lino Dan SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato