Tutto il Vangelo di Giovanni si struttura come un processo in cui siamo chiamati a prendere posizione. Ascoltiamo le diverse testimonianze a favore o contro, le risposte di Gesù alle accuse, osserviamo il suo modo di agire, tutto quello che porterà alla sua condanna a morte. Ci chiediamo quale sia la colpa.
Cercano di ucciderlo. Gesù sale a Gerusalemme per la festa delle Capanne (o dei Tabernacoli), «quasi di nascosto» dice il testo. Ma non per paura. Poco prima i suoi parenti, quasi per metterlo alla prova, lo avevano spinto ad andare proprio lì, quale occasione migliore per lasciarsi riconoscere pubblicamente? Ma non è questo il modo in cui Lui vuole lasciarsi incontrare. Sale dunque da solo, senza che loro lo sappiano. Il suo “passare”, il suo “parlare liberamente” sollevano domande… ci si chiede se sia davvero il Cristo e le opinioni sono discordanti. Gesù non si lascia intimorire, continua a fare quello per cui è venuto. Si lascia trovare nel mezzo della festa, a insegnare proprio nel tempio.
Andiamo a vedere, allora. Ignorando tutte le voci, le critiche della gente. Andiamo ad ascoltare. Capire da dove viene qualcuno è importante per conoscere la sua storia, quello che lo ha condotto qui. Ma Gesù spiazza tutti, perché dicendo «vengo da lui» pone la nostra casa in un chi. Casa è un luogo di cui non solo conosco gli spazi, ma in cui sperimento un senso di appartenenza.
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Dove sono vivo? Durante quei giorni di festa si abitano capanne rivestite di fogliame dal quale si può intravedere il cielo stellato. Si rivive così l’esperienza nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto, la precarietà e l’affidamento totale a Dio. Tra l’altro la tradizione vuole che alla fine dei tempi verrà costruita una enorme capanna (sukkà) in cui tutti i popoli possano abitare insieme in pace. Non a caso la festa cade in concomitanza con la fine del raccolto.
Gesù, Tu sei il mio riparo, venuto per raccogliermi e ricondurmi a casa, nella croce, dando la vita al posto di prenderla. Non ti si può com-prendere, ma solo ricevere nell’amore, e davvero Tu sei già dove sono io, è questo che è difficile da ascoltare.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato