Chiedete, chiedete nel mio nome, dice Gesù, e il Padre concederà quanto richiesto perché la gioia dei discepoli sia piena.
Siamo alla ultime battute del grande discorso di Gesù ai discepoli prima della Passione. E quindi quello che ha maggiormente in animo per i suoi viene ovviamente esplicitato. Il suo rapporto unico col Padre gli permette di invitare coloro che lo seguono a non “farsi scrupoli” nel chiedere ciò che veramente è essenziale alla loro vita e che porta alla gioia, proprio quella gioia che Gesù ha promesso per coloro che rimangono in lui.
È un programma di vita, questa sequela, un programma che porta con sé anche tribolazioni e incomprensioni, Gesù non lo nasconde, ma che dà un senso di pienezza e di gioia che niente e nessuno può dare o togliere. Il nostro desiderio di seguirlo non può che passare per questa modalità per essere veritiero.
Pertanto tutto ciò che rimane puramente sofferenza e non sa approdare al gusto e alla gioia di una vita unificata non è in realtà cristiano: lo sforzo umano di annientarsi o di imbonirsi Dio con il sacrificio è destinato al fallimento o a una idea di Dio che schiaccia l’uomo. Non “Dio o uomo”, ma in Gesù e in una vita con lui “Dio e uomo”. Questo è il grande desiderio di Dio in Gesù.
Lino Dan SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato