Ci sono paure che sono lacci. Ci impediscono di procedere, ci bloccano. E poi c’è il timore di Dio, che ci ricorda che non bastiamo a noi stessi, che siamo creature, figli e fratelli. Lascio che Gesù mi spieghi la differenza: quando ho paura di Lui è perché ho dimenticato che questo amore è incondizionato.
Questa gratuità è cura, la capacità di cogliere e ricordare ogni più piccola cosa che ci riguardi, come solo un innamorato sa fare, uno che non sa staccare gli occhi da noi. Tu solo sai di cosa ho bisogno davvero. Valgo quanto sono amata, anche quando non sento di valere poi molto, meno di un passero, e mi interrogo su quello che sarà.
Seguirti comporta accettare dei rischi. Non faccio finta di non vedere il male nascosto ovunque, le difficoltà lungo il cammino. Su cosa fondo la mia fiducia? Guardo a quello che hanno fatto a te e di te, ed è chiaro che non posso aspettarmi un trattamento migliore. Ma è proprio la croce il luogo nel quale il male è sconfitto per sempre.
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La paura più grande è che tutto questo sia vano. Ma tu continui a ripeterci di non temere. In te siamo liberi tutti, non possono toglierci la vita, quella vera. Non possono toglierci la Parola che ci rialza ogni volta che cadiamo. Non possono toglierci la tua luce che riesce a farsi strada comunque oltre le tenebre, non possono seppellire la tua parola di speranza. Non si può soffocare l’amore. Non dobbiamo temere la nostra debolezza.
C’è da temere di perdere il senso, ciò che ci spinge a fare ancora un passo avanti, nonostante le resistenze. Cadremo tante volte, e ci faremo del male, e ci sentiremo soli e perduti, lontani da tutti, ma in Te siamo salvi. Riesco a vedere l’amore che si realizza proprio lì dove sembra sia stato sconfitto?
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato