A che punto siamo con i nostri buoni propositi per il nuovo anno? Forse abbiamo già ridimensionato o depennato dalla lista qualche voce. Mi piace pensare che la pratica del digiuno sia un’offerta d’amore più che uno sforzo di volontà, o una forma di penitenza, e che serva a mettere in ordine le nostre priorità.
Per esempio decido di passare meno tempo sui social per fare una passeggiata in più con i miei amici, per incontrarli. Il digiuno educa il desiderio, serve a fare spazio all’altro. Se mi chiude, anche questa forma di osservanza, viene svuotata del suo senso più profondo. Guardo la mia lista, e stavolta decido di zittire il mio dispotico io ideale che assomiglia tanto a questi farisei. Mi sembra di sentirli ripetere: “non sarai mai abbastanza”.
Però se lo sposo c’è è già il tempo della festa, perché così ci si immaginava la fine dei tempi, come un banchetto, un comunicarsi vita. Alcune abitudini sono talmente radicate che non ci facciamo più neanche caso a quanto tempo e vita ci tolgono. Correggiamo la nostra lista mettendoci sotto lo sguardo dello sposo che è Gesù, che certo, li vede eccome quei comportamenti che non ci servono, non ci aiutano più, ma ci ama ugualmente.
- Pubblicità -
E allora sì, che qualcosa può cambiare. Un rattoppo non basta più, qui ci vuole proprio un abito nuovo. Abitudini nuove, nuovi modi di abitare il mondo. Con Te, Signore, tutto cambia perché cambi il nostro modo di guardare. Non aspetti altro che di riempire la nostra misura, di farla traboccare di vita, di gioia, ma il contenitore deve essere pronto o rischia di frantumarsi, dobbiamo essere disposti ad abbandonare i nostri soliti modi di pensare, a lasciarci sorprendere e accogliere e guidare da Te che sei Parola viva.
Caterina Bruno
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato