Che Messia ci si aspetta? In realtà, oggi più che una risposta di Gesù, viene messa in luce la perplessità di Giovanni Battista, il suo dubbio di fronte – probabilmente – alle aspettative che lui stesso aveva riguardo al Messia. E allora manda i suoi discepoli a chiedere.
Forse anche lui, come molti di allora e di tutti i tempi (come pure noi), si aspettava un Messia che si imponesse, che si manifestasse apertamente e che portasse a compimento una liberazione sì spirituale, ma sicuramente anche politica e sociale. Un Messia rivoluzionario? Chissà.
Invece la “risposta” di Gesù è solamente un “venite e vedete”, ovvero dare uno sguardo a come si manifesta il regno di Dio che il Messia, quello autentico, viene a inaugurare. E allora non può essere altro che un Messia di vicinanza, di conforto, di salvezza da tutto ciò che anche umanamente si oppone alla vita piena e vera dell’uomo.
Proprio questa è la vera rivoluzione messianica, quella che anche il profeta Isaia aveva pronosticato. Ma è anche un’immagine di Messia che rischia di dare scandalo, perché si occupa degli ultimi, dei poveri, dei senza potere; anzi, si identifica con loro. Allora la beatitudine è proprio credere che il Messia che si attende è proprio colui che fa nuova e dà pienezza alla condizione umana.
Lino Dan SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato