Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 14 Settembre 2022

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Basta accendere un telegiornale, leggere un quotidiano o scorrere un sito di notizie per esclamare “in che mondo viviamo?” o “dove siamo arrivati?”. Ho tristemente sentito persone che stimo considerare con sdegno: “l’essere umano è il male della terra, ci estingueremo e ce lo meritiamo”.

Il bene è sempre molto più silenzioso del male, fa meno scalpore ed è nascosto nelle pieghe del tempo e della storia, come un tesoro di cui ancora non abbiamo compreso bene l’esistenza.

Anche dentro di noi, fermandoci, scorgiamo tanti errori, tante cose che giudichiamo sbagliate e talvolta pensiamo “peccato che io sia così”, “peccato che per colpa mia le cose stiano così” e poi, arresi, perseveriamo credendo di possedere una verità definitiva su noi stessi e sulla nostra storia.

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Gesù Cristo squarcia l’involucro di questa mentalità, ribalta le prospettive e dice con convinzione che quello che ci fa esclamare “Peccato!” (che sia dentro o fuori di noi) va innalzato e contemplato alla luce del suo termine di relazione; solo così è possibile invertire la rotta del pensiero stereotipato che impera e ci lascia senza prospettive nuove su noi stessi e sul mondo; solo così è possibile incominciare a ricordarci del fine più alto che è celato nel passaggio, nella tensione che c’è tra la nascita e la morte e tra la morte e la resurrezione. Solo così è possibile un cambiamento e una pienezza eterna di vita.

Siamo concepiti per vivere e farlo a pieno con tutto il creato; da questa concezione dipende tutta la storia del mondo e quella personale!

Se scegliamo di dare credito alle parole di Gesù Cristo, alla sua storia e alla sua testimonianza, incominciamo a dare credito a noi stessi e agli altri, abbiamo la possibilità di essere salvati da una luce sempre rinnovata che ci permette di riscoprire dentro noi stessi la concezione originaria e liberata della vita, consentendoci di scorgerla anche negli altri e nella storia. La nostra guarigione sarà inevitabilmente la guarigione del mondo.

Mounira Abdelhamid Serra

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato