Nel buio, tendo la mano; porgo l’orecchio alla voce dei fratelli che mi annunciano il tuo nome. Mi stai insegnando a fidarmi. Nella mancanza, nel limite, nella necessità mi insegni ad abbandonarmi con fiducia alla misericordia di chi mi sta accanto e porta, come vuole, come può, il tuo amore nella mia vita. Lì dove non arrivo, non posso arrivare, non so arrivare, lì dove io non ce la faccio imparo a fidarmi dell’aiuto di chi ho accanto, imparo a lasciarmi aiutare. Mi dicono che stai arrivando, mi dispongo a incontrarti.
Mi hai insegnato che le cose vanno chieste con chiarezza, a voce alta, e allora ti chiamo per nome, chiedo quella pietà che so potermi risollevare. Tentano di zittirmi: non ho contegno, non ho dignità, dicono. Ma tu mi hai insegnato che per avere devo chiedere e allora do voce ai miei bisogni.
E tu ti fermi, ti fermi per me. Mi chiedi qual è il mio bisogno più grande e basta che io te lo dica perché sia ascoltato e sanato. Nella domanda, trovo la risposta. Basta ammettere il mio buio perché tu mi doni la luce.
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Verena M.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato