Immagini false di Dio e immagini false degli uomini, di chi ci è accanto. E se si misura per comparazione, e il “metro” di riferimento è Dio, allora dobbiamo ripartire dalla Sua vera immagine: è nostro Padre, è misericordia senza misura. È il solo che potrebbe giudicare e invece il suo amore copre tutto, siamo ciò che Lui dice di noi, non quello che dicono altri.
Questa misericordia gli scaturisce dalle viscere, da questo grembo materno di Padre che è partecipe delle sofferenze dei suoi figli. Mentre noi non facciamo che scrutarci gli uni gli altri con diffidenza, pesando ogni parola, ogni azione.
La misericordia in alcune icone mariane è come un mantello, una tenda che ripara, ci accoglie tutti, è un grembo che genera a vita nuova. L’usanza medievale vuole che i figli presi sotto il mantello di una nobildonna durante le sue nozze fossero riconosciuti dal marito come legittimi. Questa misericordia ci fa figli amati di Dio.
La mia misura d’uomo, finita, invece è un contenitore che perde, perciò si svuota in fretta, sembra che nulla basti a riempirlo e per questo motivo mi sembra di non poter offrire nulla e giudico le situazioni e le persone su quel vuoto che mi porto dentro. Il giudizio che ho sugli altri mi fa da specchio.
Ma Tu non ti stanchi di noi e continui a riempire e ad accoglierci senza condizioni. Al punto che questa vita che ci doni si riversa fuori, è inevitabile. “Imitare la rinuncia di Dio”: smettere di costringere gli altri a una forma che mi fa comodo. Imparo da Te ad amare l’altro per quello che è, rinunciando alle mie pretese, guardando ai miei limiti. Perdonando di cuore. Imparo da te a non stancarmi di me stesso e degli altri. Dici che è inevitabile offrire ciò di cui il cuore è pieno. Lascia che sia pieno di Te, Signore. Lascia che trabocchi senza misura.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato